Brindisi,
05/03/2012
Avvisi Cerano, BBC: "quando l'accertamento dei danni sanitari?"
Si apprende che i pubblici ministeri Giuseppe De Nozza e Myriam Iacovello, Sostituti Procuratori della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi hanno notificato la conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 15 persone tra manager e dipendenti di Enel.
Le ipotesi di reato contestate concernono gli articoli del codice penale inerenti getto pericoloso di cose, danneggiamento aggravato e deturpamento di edifici. Le accuse non riguarderebbero eventuali danni alla salute.
Si tratta dell'ennesimo procedimento giudiziario che riguarda le aziende elettriche operanti a Brindisi. Ricordiamo quelle per il carbonile di Costa Morena, per una morte sul lavoro di qualche anno fa, per lo smaltimento di rifiuti in Calabria. Sappiamo che l'accertamento della verità e delle responsabilità in ambito penale è attività complessa e per questo crediamo che la pubblica accusa debba essere affiancata dagli enti locali e dalle organizzazioni di tutela dei diritti dei cittadini come perti lese. In questo e negli altri procedimenti non sono solo gli agricoltori abitanti nei pressi della centrale di Cerano ad aver subito la pioggia di polveri nelle loro case e sulle loro coltivazioni, ma tutta la città ne risulta offesa.
La notizia giunge mentre a Taranto l'autorità giudiziaria cerca di approfondire responsabilità in ordine all'inquinamento ambientale, alle malattie ed ai decessi da questo prodotte.
Infatti se c'è inquinamento dell'ambiente c'è inevitabilmente inquinamento dei corpi.
Per questo migliaia di cittadini a Brindisi chiedono in questi mesi, con una raccolta di firme, indagini epidemiologiche approfondite e mirate, come peraltro più autorevolmente chiede l'Istituto Superiore di Sanità, quando nello studio SENTIERI sui siti inquinati di interesse nazionale, per Brindisi suggerisce indagini epidemiologiche subcomunali sulla popolazione e sui lavoratori delle industrie ed il biomonitoraggio delle popolazioni più a rischio. Guarda caso quello che da anni chiedono alcune associazioni: stato di salute dei cittadini residenti accanto ai grandi impianti, rianalisi dello stato di salute delle popolazioni lavorative delle grandi industrie.
Ma le istituzioni tacciono: da Regione Provincia e Comune non arrivano risposte. Lo comprendiamo, la patata è bollente. Scoperchiare la pentola potrebbe fornire amare sorprese di fronte alle quali le indulgenze del potere politico e le liberalità degli inquinatori potrebbero non essere comprese dai cittadini, soprattutto da quelli danneggiati. Ma per noi questo rimane un obiettivo politico irrinunciabile.
COMUNICATO STAMPA BRINDISI BENE COMUNE
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