Brindisi,
02/11/2011
Fermiamo il carbone: piena riuscita per l'evento del 29/10
Italia Nostra, Legambiente e WWF Brindisi esprimono la propria soddisfazione per l’adesione della cittadinanza all’iniziativa “FERMIAMO IL CARBONE” tenutasi sabato sera presso piazza della Vittoria nell’ambito della “Giornata nazionale contro l’uso del carbone” promossa da 36 associazioni e alla quale hanno aderito altre numerosissime sigle ambientaliste e movimenti. Un caloroso ringraziamento va anche alle scuole che hanno contribuito con realistici disegni degli alunni i quali hanno espresso la loro creatività su tale argomento che non può e non sarà mai fatto cadere nel dimenticatoio.
L’uso scellerato del carbone rappresenta per il nostro territorio un nodulo canceroso creatosi da una discutile simbiosi tra tessuto economico e politico che, nel 2003, mandò al macero una precedente convenzione che conteneva precise garanzie di tutela per il nostro territorio.
Ed è un peccato che in molti dimentichino questo ultimo aspetto nel tentativo di difendere strenuamente il sistema carbone a Brindisi in quanto non sono le presunte “menzogne” delle associazioni ambientaliste ad avvelenare l’aria ma la memoria corta di chi ritiene legittimo uno stato di degrado ambientale, economico e sociale causato dalla malizia di un sistema industriale che aveva trovato fertile terreno nella politica mutando i diritti di un territorio in guadagno economico per una parte di se stesso.
Il carbone inquina, la sua combustione rilascia un cocktail di inquinanti micidiali (Arsenico, Cromo, Cadmio e Mercurio, per esempio) che coinvolgono un’area molto più vasta di quella intorno alla centrale. L’Anidride solforosa emessa, combinandosi con il vapore acqueo, provoca le piogge acide, per non parlare dei danni alla salute derivanti dalle polveri sottili e senza dimenticare la gravosa emissione di CO2 causa dei disastrosi mutamenti climatici che, come nel recente caso delle alluvioni in Liguria e Toscana, risultano sempre più distruttivi su ampie fasce di territori continentali senza dimenticare le nostre coste su sui si scagliano mareggiate sempre più violente che si stanno progressivamente portando via ampie fasce delle stesse.
E’ deprimente assistere alle polemiche di espressioni minoritarie impegnate a ostacolare la richiesta di ripristino della legalità a tutela del territorio, un sistema di produzione alternativo che valorizzi le vocazioni e risorse locali. Per non parlare della salute dei cittadini sempre più compromessa e svenduta da uno inaccettabile sviluppo monoculturale dell’industria energetica.
Inoltre riteniamo assolutamente contestabile il programma di sequestro della CO2 che viene da tempo sbandierato dalle aziende come la via d'uscita dal problema emissioni di gas serra. Essa rappresenta solo una mera ipotesi sperimentale. Le emissioni generate dall'energia utile al sequestro nel suolo ed alla liquefazione della CO2, al trasporto mediante navi, all'insufflazione ad alta pressione nel sottosuolo, alla ricerca dei siti idonei ed alla messa in sicurezza andrebbero a pareggiare, se non a superare, il contributo alla strategie di riduzione del sequestro in sè. Confidare nella "scomparsa" della CO2 è al momento un volo pindarico per convincere l'opinione pubblica dell'"animo verde" delle aziende.
Il carbone ha inquinato ampie fasce del nostro territorio agricolo, ha inquinato la versatilità del nostro porto, ha inquinato la democraticità delle sale consiliari, ha inquinato la nostra salute, ha inquinato la società creando contrapposizioni nonostante vi sia una conclamata maggioranza di cittadini che ne vorrebbe una drastica riduzione.
La manifestazione di sabato a piazza della Vittoria è stata una evidente dimostrazione di un’assoluta contrarietà alla politica del carbone e della necessità di un cambiamento da parte delle aziende energetiche che dovranno ridurre drasticamente e senza alcun tipo di compensazione l’uso di tale combustibile.
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