Brindisi, 05/06/2010
Tomaselli (PD): "Governo contro le rinnovabili e la Puglia"
Sta destando grande preoccupazione tra gli operatori dell’energia da fonti rinnovabili e tra le stesse associazioni ambientaliste la disposizione inserita nella manovra finanziaria con cui si interviene sul meccanismo dei “Certificati Verdi” abolendo il ritiro da parte del GSE di quelli in eccesso.
Una norma che colpisce pesantemente lo sviluppo delle energie pulite nel nostro Paese e che rende evidente la volontà del Governo italiano di abbandonare la strategia e gli impegni assunti in sede comunitaria per la diffusione delle rinnovabili in vista del 2020.
Si mette a rischio un intero settore produttivo, tra i pochi ad aver prodotto in questi ultimi mesi saldi positivi in investimenti ed occupazione. Tra gli effetti della norma, infatti, ci sarebbe il crollo del prezzo dei Certificati Verdi, togliendo certezze agli investitori e mettendo in discussione i piani finanziari degli investimenti già realizzati ed in via di programmazione.
Si tratta, peraltro, di una norma così penalizzante e punitiva a fronte di nessun effetto per le entrate dello Stato, visto che il meccanismo dei CV si alimenta non con risorse pubbliche ma con gli oneri generali del sistema elettrico a carico di tutti i clienti finali: la nota componente A3 della bolletta destinata, appunto, a promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Una disposizione che ha un effetto ancora più penalizzante per la Puglia: la prima regione in Italia per la produzione di energia da impianti rinnovabili come l’eolico (1158 MW pari al 24% del totale nazionale al 31 dicembre 2009) e il fotovoltaico (232 MW pari al 19%). E con una importante massa di investimenti già autorizzati (70 impianti per una potenza complessiva di 1559 MW a maggio 2010) o in fase autorizzatoria.
Una vera e propria assurdità, insomma. Si indebolisce un incentivo così importante senza alcun risparmio per le casse dello Stato: anzi, siamo di fronte ad una distrazione di risorse dalle originarie destinazioni per scopi tuttora indefiniti.
Per quale ragione? Forse un ulteriore spinta allo sviluppo di altre fonti come il nucleare a danno, però, non delle fonti inquinanti come le fossili ma proprio delle rinnovabili.
Uno scelta inaccettabile che auspichiamo il Governo voglia rivedere e che, comunque, contrasteremo con forza nel corso dell’esame parlamentare del Decreto già nei prossimi giorni in Senato.
COMUNICATO STAMPA SALVATORE TOMASELLI - SENATORE DEL PARTITO DEMOCRATICO
|