Brindisi, 02/05/2010
Associazioni: "gli annunci di Enel e le necessarie puntualizzazioni
L’Enel fa sapere che sta avviando interventi di ambientalizzazione in occasione della fermata del gruppo nr. 3 della centrale di Brindisi Nord. Ne prendiamo atto rilevando che si tratta di adempimenti doverosi concordati da tempo in sede istituzionale (in particolare i filtri a manica erano stati da noi richiesti sin dagli anni ‘80) che riguardano allo stato solo il citato gruppo 3 dei quattro gruppi complessivi. Ne consegue che i tanto ostentati benefici saranno estesi all’intero impianto solo in un tempo indefinito e verosimilmente lontano.
Si tratta comunque di lavori che ci auguriamo abbiano davvero le annunciate ricadute economiche e occupazionali per il nostro territorio. Lavori che sotto questo aspetto chiamano in causa l’attenzione e il ruolo dei sindacati mentre, per la verifica sulla corrispondenza fra gli effetti annunciati e quelli conseguiti, richiedono appropriati controlli da parte dei competenti organi tecnici di rilievo pubblico. Inoltre per apprezzare le ricadute economiche sul territorio di detto investimento, sarebbe necessario conoscerne il dettaglio ed in particolare la quota destinata all’acquisto di tecnologie da aziende che non sono sul nostro territorio. A questo riguardo appare necessario esprimere solidarietà ai lavoratori del Centro Ricerche dell'Enel che qualche settimana fa hanno manifestato il loro disappunto per la marginalizzazione ed il mancato potenziamento del Centro medesimo, dal quale, se gli fosse stato dato l'impulso necessario, si sarebbero potute ricavare oggi le necessarie innovazioni tecnologiche, non solo col riferimento al carbone ma anche alle energie alternative in generale.
Quanto alla convenzione, che va riguardata alla luce di una valutazione complessiva del polo energetico, appare del tutto impropria la stretta correlazione che l’Enel tenta di accreditare tra gli interventi ambientali (dovuti, appunto, da tempo) e il varo della convenzione medesima. Ciò che occorre, al riguardo, mettere in primo piano è invero il punto tuttora controverso riguardante la riduzione del carbone, alla quale si collega esclusivamente quella del CO2. Una riduzione che l’ente elettrico dichiara disponibile ad operare in misura risibile a fronte delle ben più consistenti richieste avanzate dalle amministrazioni locali e dalla Regione Puglia anche attraverso recenti dichiarazioni del suo presidente. Una riduzione fortemente richiesta a gran voce dalla popolazione interessata. E a questo riguardo dobbiamo registrare che gli enti regionali, quali l'ARPA e la ASL, non hanno ancora replicato a Brindisi gli studi condotti in tutto il mondo intorno alle centrali a carbone per verificare se anche qui, come altrove, vi sia radioattività nei terreni e negli alimenti, se arsenico e mercurio sono rinvenibili nel suolo, nei lavoratori e nelle popolazioni più vicine agli impianti, se tumori del laringe, del polmone e della vescica si riscontrino con crescente incidenza man mano che ci si avvicina alle fonti di combustione del carbone. Non comprendiamo che cosa perché nulla si muove per questi problemi di fronte a così eclatanti evidenze scientifiche.
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente, Salute Pubblica.
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