Brindisi, 22/01/2010
PD su centrali nucleari e le ricerche petrolifere nel basso Adriatico
Nel corso della Conferenza Stampa svoltasi nella mattinata odierna, presso la sede PD di Brindisi, il Segretario Provinciale Corrado TARANTINO e il Senatore Salvatore TOMASELLI hanno illustrato le ragioni dell’opposizione del Partito Democratico sia all’ipotesi di localizzazione di una centrale nucleare in Puglia che alle ricerche petrolifere nel basso Adriatico.
In particolare, in relazione all’ipotesi nucleare è stato ribadito che la Puglia è indisponibile ad ospitare tali impianti essendo la regione che esporta oltre l’80% dell’energia prodotta sul proprio territorio e avendo assunto ormai la leadership nella produzione da energie rinnovabili: a ciò si aggiunga l’assoluta follia che sarebbe rappresentata dall’individuazione del litorale di Ostuni, una delle mete turistiche più prestigiose dell’intero Mezzogiorno. Tale sito, però, torna spesso in questi giorni in relazione alla mappa redatta negli anni 70 e che il Governo non ha finora mai smentito: risulta assolutamente inaccettabile, infatti, che , a fronte di una individuazione certamente già fatta il Governo tenga “segrete” tali scelte per ragioni meramente elettorali alla vigilia delle elezioni regionali.
In relazione alle ricerche petrolifere autorizzate al largo della costa tra Monopoli ed Ostuni, il PD di Brindisi esprime la propria totale opposizione sostenendo con forza le iniziative istituzionali e giudiziarie assunte dalla Regione Puglia, dalla Provincia di Brindisi e dal Comune di Ostuni.
Su tali temi sono state presentate due interrogazioni urgenti da parte del Sen. Salvatore TOMASELLI e da altri parlamentari del PD, che si allegano in copia, con cui si chiede al Governo ed ai Ministri competenti di:
escludere che tra le aree dove saranno localizzate le future centrali nucleari vi siano siti nella Regione Puglia ed, in particolare, lungo la costa tra Bari e Brindisi;
convocare una Conferenza di servizi alla presenza della Regione Puglia e degli Enti locali per verificare l’iter autorizzativo svolto per le ricerche petrolifere richieste dalla “ Northern Petroleum”;
di revocare, nell’ambito di detta Conferenza di servizi, le autorizzazioni concesse alla “Northern Petroleum”.
In relazione a tale vicenda, una delegazione del Pd di Brindisi composta dal Segretario Provinciale Corrado TARANTINO, dal Senatore Salvatore TOMASELLI e da dirigenti locali dei Comuni coinvolti sarà presente alla manifestazione popolare indetta per domattina a Monopoli contro tali autorizzazioni e per la salvaguardia del patrimonio paesaggistico ed ambientale della costa pugliese.
RIPORTIAMO DI SEGUITO LE DUE INTERROGAZIONI SUL NUCLEARE E SULLE RICERCHE PETROLIFERE
- Al Ministro dello sviluppo economico. –
Premesso che:
dopo 22 anni dai referendum del 1987, con i quali gli italiani dissero “no” alle centrali atomiche, il Governo Berlusconi ha deciso di riaprire la strada del nucleare, tecnologia energetica che, a giudizio degli interroganti, presenta enormi costi economici e presenta ancora problematiche ambientali e di sicurezza. In quella occasione, si recò a votare il 65,1 per cento degli elettori, con i seguenti risultati: l’80,6 per cento contrario alla costruzione di centrali nucleari in Italia; il 71,9 per cento contrario alla partecipazione dell’Enel a impianti nucleari all’estero; il 79,7 per cento contrario ai contributi per incentivare le centrali nucleari;
il Parlamento ha approvato, col voto contrario del Partito Democratico, il complesso di norme che consentono il ritorno al nucleare in Italia (legge 23 luglio 2009, n. 99, cosiddetta “legge sviluppo”), indicato da molti esponenti del centrodestra, in particolare dal ministro Scajola, come la panacea per i problemi energetici del Paese;
i siti per la costruzione delle future centrali nucleari potranno sorgere in aree già sedi di centrali o che comunque abbiano una buona capacità di trasmissione elettrica e disponibilità di acqua, nonché siano riconosciute come zone non a rischio sismico, secondo quanto prevede il decreto legislativo attuativo della “legge sviluppo” (legge 23 luglio 2009, n. 99), che fisserà i criteri per la localizzazione dei nuovi impianti. Secondo indiscrezioni di stampa, di cui sono venuti a conoscenza gli interroganti, sulla base dei contenuti del suddetto decreto legislativo, il Governo avrebbe già individuato alcune aree candidate ad ospitare i nuovi impianti per la produzione di energia nucleare e per lo smaltimento delle scorie;
il Governo, rispondendo a un’interrogazione presentata alla Camera dei deputati dal Partito Democratico, non ha ritenuto di indicare l’elenco dei siti nucleari, ad avviso degli interroganti poiché preoccupato per gli effetti sulle prossime elezioni regionali, ma non ha smentito che la lista in via di predisposizione ricalchi quella definita a suo tempo dal Comitato nazionale per l'energia nucleare (Cnen);
tra queste aree, in particolare, fu individuata in quello studio degli anni 70 e torna frequentemente sulla stampa l’ipotesi di localizzazione di un sito nucleare in Puglia e, specificamente, lungo la costa compresa tra Bari e Brindisi; In base alla mappa stilata a suo tempo dal Cnen, questi siti soddisfano i requisiti richiesti dal nucleare, a cominciare dall'ampia disponibilità di risorse idriche;
la localizzazione definitiva delle centrali nucleari, secondo quanto più volte dichiarato dal ministro Scajola, sarà affidata ai soggetti privati che realizzeranno gli impianti. Infatti il Ministero, ricevute le richieste degli operatori, provvederà a trasmettere alla Conferenza Stato-Regioni e all’Agenzia per la sicurezza nucleare l’elenco completo delle aree per una valutazione di merito. L’Agenzia avrà 60 giorni per esprimere il proprio parere;
a giudizio degli interroganti, è importante evidenziare che, sempre in base alla legge sviluppo, i siti delle nuove centrali e i luoghi per la gestione delle scorie potranno essere localizzati anche contro il parere della Regione e degli enti locali che dovranno ospitarli e inoltre gli impianti potranno essere equiparati ad installazioni militari e le informazioni sul loro funzionamento saranno in questo caso inaccessibili ai cittadini;
è importante sottolineare che ben undici Regioni italiane, tra cui la Puglia, hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale contro la norma che consentirebbe di realizzare le centrali anche contro la volontà delle amministrazioni regionali coinvolte;
mentre ai cittadini viene tenuto nascosto dove nasceranno gli impianti nucleari, secondo gli interroganti, la lista è perfettamente nota, non solo al Governo, ma anche alle imprese interessate all’affare, come avrebbe ammesso candidamente lo stesso amministratore dell’Enel Fulvio Conti, dichiarando testualmente nel corso di una trasmissione televisiva ("Effetto domino", andata in onda su La7 il 6 dicembre 2009) che “nemmeno sotto tortura avrebbe rilevato la lista”;
a giudizio degli interroganti a fronte di vantaggi incerti e discutibili, in Italia non arriverebbero benefici dal ritorno al nucleare che, al contrario, comporta rischi economici ed ambientali notevoli: i problemi irrisolti legati allo smaltimento delle scorie, ai costi esorbitanti per la realizzazione degli impianti (che aggraveranno la bolletta energetica senza sviluppare alcun sistema di imprese ad alta tecnologia, essendo totalmente sussidiari alla tecnologia francese e non inseriti in una strategia industriale italiana) e ai pericoli di proliferazione; procedure quasi militari per la localizzazione e la gestione di siti e impianti; estromissione delle Regioni e delle comunità locali dalle scelte localizzative;
mentre l’Italia sceglie di ritornare dopo vent’anni all’energia nucleare, nel resto del mondo i grandi Paesi industrializzati non investono più nel settore nucleare, soprattutto da quando il mercato energetico si è privatizzato e nessun operatore di mercato investe se non ha coperture dei costi da parte dello Stato. Gli altri Paesi incentrano le proprie politiche di innovazione energetica sul risparmio, sulle fonti rinnovabili e sulla ricerca, vedendo in tali opzioni le strade maestre per fronteggiare i problemi ambientali legati ai cambiamenti climatici e per rendere le proprie economie più moderne e competitive,
si chiede di conoscere:
se il Ministro in indirizzo sia in grado di escludere che tra le aree dove prevedibilmente sorgeranno le future centrali nucleari vi siano siti nella Regione Puglia ed, in particolare, lungo la costa tra Bari e Brindisi;
se intenda riferire urgentemente sui criteri e le modalità di scelta adottati per la realizzazione delle centrali nucleari, nonché sul numero dei siti individuati per la localizzazione degli impianti e dei depositi per le scorie nucleari.
SEN. SALVATORE TOMASELLI
Seguono le firme di altri senatori del PD
INTERROGAZIONE
Ai Ministri dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare,
per i Beni e le Attività Culturali
e della Salute
Per sapere, premesso che:
con decreto del 15 ottobre 2009, il ministero dell’Ambiente, di concerto con il ministero per i Beni e le Attività culturali, ha dato giudizio favorevole circa la compatibilità ambientale di un progetto presentato dalla società londinese "Northern Petroleum";
si tratta, in sostanza, di effettuare un’indagine sismica con il sistema degli "air-gun" per procedere alla ricerca di idrocarburi in mare da Monopoli, passando per Bari, fino a Brindisi. La tecnica utilizzata consiste nello sparare sotto i fondali “proiettili d’aria”: dalle “risposte” del sottosuolo si deduce se vi sono o no idrocarburi. In caso di esito positivo di questa indagine preliminare, il progetto prevede (e il decreto autorizza) la realizzazione di pozzi esplorativi ad una profondità stimata di circa 2000 metri;
il progetto ha ottenuto il parere favorevole anche dalla commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via/Vas;
contro tale decreto, la Regione Puglia e alcuni Comuni, tra cui quello di Ostuni (Brindisi), hanno presentato ricorso al Tar;
il progetto in questione comporta rischi non solo per l’ambiente e gli ecosistemi ma anche per la salute umana. Nel corso del convegno “Petrolio in Adriatico: danni e pericoli" tenutosi di recente a Monopoli e organizzato dal Ctg Egnazia (Centro Turistico Giovanile), è stato denunciato che, a seguito delle trivellazioni, aumenterebbero i valori di idrogeno solforato, un gas fortemente velenoso e tossico che provoca disturbi neurologici, respiratori, motori, cardiaci, e potrebbe determinare una maggiore ricorrenza di aborti spontanei;
sempre dal convegno di Monopoli è emerso che il petrolio eventualmente presente sotto i fondali marini della Puglia sarebbe “pesante” e “amaro”, ossia ricco di zolfo e allo stato di fanghiglia. Un petrolio, insomma, di pessima qualità, con un indice pari a 15 nella scala dei valori che assegna il valore di 50 al petrolio migliore;
le piattaforme che sorgerebbero nel mare pugliese avrebbero un impatto assai negativo in termini naturalistici, paesaggistici, turistici, come, peraltro, sostenuto dalla stessa Soprintendenza per i beni architettonici di Lecce, Brindisi e Taranto che, in sede di parere VIA, afferma che “in caso di esito positivo delle ricerche le eventuali strutture fisse andrebbero ad incidere in un contesto di particolare rilievo sia paesistico che ambientale”.
Alla luce di quanto sopra esposto si chiede Ai Ministri dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per i Beni e le Attività Culturali e della Salute di conoscere:
se non intendano intervenire urgentemente convocando una Conferenza dei Servizi, alla quale siano chiamati a partecipare la Regione Puglia, gli enti territoriali interessati e le Asl competenti, per verificare concretamente se vi siano stati errori o dimenticanze nel rilascio delle autorizzazioni per la ricerca di petrolio e idrocarburi al largo delle coste pugliesi alla società "Northern Petroleum";
se non intendano, a tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e della salute umana, sospendere tutte le autorizzazioni già rilasciate in attesa degli esiti della Conferenza dei Servizi.
Sen. Tomaselli Salvatore
Sen. Della Seta Roberto
Sen. Ferrante Francesco
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