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Brindisi, I controllori di volo sui problemi del Papola



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Brindisi, 18/08/2009

I controllori di volo sui problemi del Papola

Brindisi Papola Casale è l'unico aeroporto nel mondo civile ad avere come limitazione di capacità operativa il controllo dello spazio aereo anziché l'infrastruttura di terra.
A seguto di una disposizione del capo di stato maggiore dell’aeronautica militare del marzo 2009, è stato deciso di limitare il numero massimo di movimenti gestibili dal controllo traffico aereo per garantire il giusto livello di sicurezza dei voli. Tale limite impone di non eccedere gli otto voli all’ora per il traffico commerciale di linea.
Questa restrizione risulta, specialmente in questo periodo estivo, altamente penalizzante per le compagnie aeree che intendono stabilire collegamenti da e per Brindisi.
Le potenzialità dell’aeroporto di Brindisi sono a tutti note, ma appare strano che nel 2009 si debba ancora essere limitati non dalle strutture di terra ma dal controllo del traffico aereo.
A livello europeo un aeroporto come quello di Brindisi, con due piste incrociate di cui quella strumentale lunga più di 3km ed un sistema di radioassistenze completo, gestisce tranquillamente oltre 30-35 movimenti all’ora mentre L’Aeronautica militare che al momento fornisce il servizio di controllo del traffico aereo sull’aeroporto, a causa della carenza di personale controllore, impone la restrizione del numero massimo dei voli gestibili in un ora.
Tale capacità ritenuta sostenibile si riduce ulteriormente dopo le ore 16.00, orario di chiusura del servizio Radar, stabilizzandosi al numero massimo di 5 movimenti all’ora.
Sembrerà strano ai lettori ma è proprio così: durante il pomeriggio, a causa di mancanza di personale, il servizio di monitoraggio radar dei voli viene a cessare ed i piloti volano senza che il personale controllore possa monitorare il loro tragitto verso l’aeroporto.
Il controllo degli aerei in volo viene attuato secondo una tecnica nota agli addetti ai lavori come “controllo procedurale”: il controllore indica ai piloti le manovre da effettuare basandosi sui rapporti di posizione che fanno i piloti stessi.
A settembre del 2008 alcuni aeroporti militari, tra cui Brindisi, a seguito della cosiddetta smilitarizzazione, sono stati transitati dal demanio militare a quello civile, perdendo lo status di aeroporti militari aperti al traffico civile ed acquisendo la denominazione di aeroporto civile. Come molti ricorderanno, sono lontani i tempi in cui Brindisi era sede di uno stormo dell’ Aeronautica militare ed i cieli della città venivano solcati da frotte di caccia militari in addestramento.
Oramai il futuro dello scalo Brindisino dovrebbe essere quello di servire la comunità di tutto il Salento, fungendo da crocevia con collegamenti con tutto il resto d’Europa e finanche il Medio Oriente.
Ma tale prospettiva risulta sempre molto lontana dal realizzarsi, per motivi vari e molte volte sconosciuti alle masse.
Hub mancato per volontà locale (la RyanAir si era offerta di stabilire uno dei suoi centri a Brindisi), lo scalo cittadino soffre da anni le pene di una mancata programmazione a lungo termine e di una sovente preferenza accordata all’ aeroporto di Bari Palese. Molti ricorderanno la soppressione del collegamento con Milano, la riduzione dei voli per Roma, lo spostamento del volo per Londra a Bari e via discorrendo. Il mancato interessamento degli Enti locali e del governo Nazionale penalizza come al solito il meridione d’Italia. Grossi interventi sono stati pianificati per gli aeroporti del Nord Italia, come il “Catullo” di Verona o l’aeroporto di Treviso Sant’Angelo, al fine di risolvere questi problemi e garantire uno sviluppo di tutto l’indotto. Il passaggio della gestione del traffico aereo dall’aeronautica Militare all’Enav (che gestisce i servizi del traffico aereo su tutti gli aeroporti civili d’Italia) sembra lontana dal realizzarsi ed il futuro per quei cittadini che sono soliti volare per diletto o per lavoro si prospetta sempre più pieno di disservizi.
Grande sforzo viene profuso dall’ Aeronautica Militare e dal suo personale per poter garantire la sicura e spedita condotta dei voli ma i recenti tagli al bilancio della difesa certo non aiutano nella realizzazione di tali intenti.
Il presidente dell'Enac Vito Riggio ha voluto sottolineare «lo sforzo e l'impegno che l'Aeronautica militare ha sempre compiuto, e continua a compiere, nella gestione della navigazione aerea anche su aeroporti militari aperti al traffico civile». Riggio auspica che il trasferimento dei servizi si completi «al più presto», invitando i vertici dell'Aeronautica militare «a continuare nella proficua collaborazione sempre dimostrata per consentire uno svolgimento efficiente e sereno del traffico aereo, soprattutto durante la stagione estiva in corso».
Inoltre, ha reso noto di voler proporre al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di mettere a disposizione una parte dell'avanzo di gestione dell'Enac affinché venga trovato in tempi brevi un accordo con i ministeri della Difesa e dell'Economia per accelerare il passaggio di determinati aeroporti dalla gestione militare a quella civile.
Resta ora da stabilire a chi competa completare questo passaggio al fine di assicurare a tutto il Salento la possibilità di usufruire dei nuovi collegamenti che, con l’aumentare del traffico, si potranno stabilire.
Il sistema Salento, sempre più “assetato” di turismo potrebbe rimanere scottato da questi ritardi se si dovessero protrarre troppo. L’assenza di progettualità, visione d’insieme e senso di responsabilità potrebbero tarpare le ali allo sviluppo del sistema Salento in un momento di crisi in cui non ci si può permettere ritardi e malfunzionamenti.

comunicato stampa controllori di volo aeroporto di Brindisi


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