Brindisi, 09/07/2009
Cerano: seconda giornata di occupazione per Greenpeace
Continua la protesta di Greenpeace contro la centrale a carbone Federico II di Brindisi condotta dai 16 attivisti che ieri, alle prime luci dell'alba, sono entrati nella centrale e si sono suddivisi piazzandosi sul nastro trasportatore e sulla ciminiera.
Dopo aver trascorso la notte sulla torre, verso le sette gli ecopacifisti si sono calati dalla punta ed hanno cominciato a scrivere la parola "STUPID". L'operazione, che è stata interrotta per qualche ora a causa del forte vento, è stata completata attorno alle ore 18.00. Al termine gli attivisti hanno scalato nuovamente il gigantesco comignolo, sulla cima del quale trascorreranno la seconda notte consecutiva.
Hanno lasciato la centrale, invece, i sei uomini che si erano piazzati sul nastro trasportatore del carbone e che ieri avevano esposto lo striscione "G8 Climate leaders or losers?". Nel primo pomeriggio di oggi, dopo l'opera di mediazione degli agenti della Digos di Brindisi, gli attivisti hanno cominciato le operazioni di distacco dal nastro trasportatore. In tarda serata sono stati condotti presso la locale Questura, indentificati e rilasciati.
Greenpeace - come ci ha riferito Francesco Tedesco, Responsabile Campagna Clima Greenpeace Italia - non è soddisfatta dell'accordo sancito dal vertice de L'Aquila: "è troppo timido e manca di chiarezza. Un accordo "Stupid". Adesso l'ultima opportunità per affrontare il problema in modo serio e deciso resta la Conferenza sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite che si svolgerà a Copenhagen nel dicembre 2009."
Tedesco ha tenuto a precisare che l'azione di Greenpeace non è contro gli operai delle centrali. anzi. "Se si abbandonasse il carbone per un maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili, l'occupazione legata alla produzione di energia crescerebbe in modo esponenziale: il rapporto per un territorio come quello della provincia di Brindisi potrebbe essere di 1 a 10, con enormi benefici per la salute".
Il Responsabile Campagna Clima di Greenpeace ha poi bocciato l'idea del "Carbon Capture and Storage", ossia la cattura e l'immagazzinamento delle emissioni nocive. "Per prima cosa è indubbio che si tratta di una tecnica ancora allo stato sperimentale e che, pertanto, necessità di un lasso di tempo molto lungo per essere utilizzata su grandi quantità di carbone. Poi, la CCS è una tecnologia che determina un elevato aumento dei costi e che, pertanto, rischia di non avere fortuna nei sistemi di produzione aziendali. Per le imprese significherebbe perdere i vantaggi "competitivi" portati del carbone e per i cittadini che le bollette non subiranno alcuna variazione in diminuzione, anzi... Infine si propone il problema dello stoccaggio, del trattamento, del trasporto e del confinamento in sito geologico della CO2 catturata. Allo stato delle conoscenze odierne nessuno è in grado di mettere la mano sul fuoco sulla sicurezza di questa pericolosa operazione."
Ore.Pi.
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