Brindisi, 23/10/2006

Ecosistema Urbano: il commento di WWf, Legambiente e Italia Nostra

Fortunatamente vi sono le statistiche e in questo caso quelle ambientali che fanno gioire la città di Brindisi che si vede in favorevole posizione per alcuni indicatori ambientali.

Ma le statistiche vanno lette e dal calderone dei dati si possono evincere anche graduatorie in cui la buona posizione di Brindisi è piuttosto figlia della sua povertà, indotta da uno sviluppo industriale che ha lasciato soprattutto disoccupazione.
Sicuramente gioiamo per quei dati che segnalano le amministrazioni pubbliche all’altezza dei problemi ambientali (ci si riferisce all’indicatore “efficienza dei controlli”).

Relativamente però alla esultanza di Confindustria Brindisi, non si può che far presente che i dati relativi alla città di Brindisi devono opportunamente essere letti insieme a quelli di paesi come Torchiarolo per avere un quadro significativo dell’impatto ambientale dell’industria brindisina, in cui tanta parte ha la centrale ENEL di Cerano.

Leggendo i dati ARPA DAP Brindisi, allora, si scopre che al 31/8/2006 non solo la centralina di Torchiarolo ha sconfinato 60 volte nei primi 8 mesi del 2006 relativamente alla rilevazione media giornaliera di PM10, contro i 35 sconfinamenti annui consentiti dalla Legge, ma addirittura la media delle concentrazioni giornaliere di PM10 in otto mesi ha superato il valore limite medio annuo prescritto dalla Legge (43 contro 40 μg/Nm3): come dire che ci sono non solo giorni con punte di inquinamento fuori legge ma che in generale c’è una qualità media dell’aria scadente.

Il rapporto ottimale tra qualità ambientale e crescita industriale è non certo quello autonomamente individuato dalle imprese, che per missione fanno profitti per gli azionisti, ma quello che sceglie il territorio con le sue istituzioni. Se questo rapporto dipendesse esclusivamente dalle scelte imprenditoriali oggi a Brindisi avremmo oltre a quello che già c’è: la torcia al plasma, il terzo gruppo a carbone di Edipower, il termovalorizzatore, il rigassificatore (che alla fine non si farà), un nuovo lotto di discarica di rifiuti tossico-nocivi, l’inceneritore di rifiuti ospedalieri e quant’altro.

COMUNICATO STAMPA Italia Nostra Legambiente WWF