September 27, 2024

Antonio Macchia (Cgil):
La crisi industriale in corso a Brindisi è una crisi complessa che va affrontata in maniera strutturale e su più fronti. La fase di decarbonizzazione della centrale Federico II di Enel, che è la più impattante sul fronte occupazionale, purtroppo non è l’unica e sola crisi che si consuma sul territorio e merita di essere affrontata in maniera organica, decisa e quanto più rapida possibile.

La Cgil di Brindisi apprezza i primi passi avanti mossi con la riunione del Comitato per la riconversione delle aree della centrale di Cerano. Dopo diverse riunioni concluse in un nulla di fatto, finalmente si arriva ad una ipotesi più concreta come quella dell’Accordo di programma per la filiera dell’eolico e si parla di altri tavoli: un tavolo specifico sulla crisi della chimica e un altro sull’aerospazio.

Apprezziamo anche l’idea di un incontro con Terna per capire se c’è possibilità di una riconversione della centrale che sarebbe auspicabile rispetto allo smantellamento. E l’idea di costruire un dissalatore per risolvere la crisi idrica. Nel lungo confronto notiamo, purtroppo, anche che non c’è stato alcun riferimento al piano annunciato qualche giorno fa da parte del ministro Matteo Salvini che vedeva insieme Enel ed Rfi.

Restiamo concentrati comunque sul dato positivo emerso e sulla volontà di affrontare i problemi. Lo strumento di invertire la rotta nel declino grazie alla creazione di filiere industriali lo abbiamo proposto da anni, lo caldeggiamo, lo condividiamo e lo sottoscriviamo.

Tuttavia la crisi brindisina non può essere risolta solo con l’Accordo di programma per la filiera dell’eolico. Ci chiediamo ancora dove è finita la giga factory modello Catania che era stata promessa e che pure a Brindisi sarebbe giusto realizzare.

L’accordo di programma dovrebbe essere esteso al tema delle bonifiche e alle filiere relative a tutte le rinnovabili di nuova generazione. Dovrebbe comprendere anche le filiere relative alla produzione di batterie d’accumulo, così come la filiera per la produzione dell’idrogeno verde. E sarebbe naturale poi agganciare a queste ultime le filiere della cantieristica navale, dei trasporti – con alta velocità e alta capacità – e il settore aerospaziale.

In ultimo, e non per ordine di importanza, ma è ciò che rappresenterebbe l’autentico collante di tutte le filiere sarebbe strategico – anche questo lo chiediamo da anni – dare gambe con investimenti importanti alla filiera della Conoscenza rivitalizzando contenitori come la Cittadella della ricerca e puntando sul Cetma per guidare la transizione digitale di questo territorio.

Apprezziamo ancora il fatto che sui settori di chimica e aerospazio ci saranno dei tavoli ad hoc e che la Task force regionale per l’occupazione sovrintenderà all’incontro tra Enel e le aziende che investiranno nella fase di decarbonizzazione. E chiediamo di riaprire la partita sulle risorse relative al Just transition fund che anche Brindisi meriterebbe.

L’importante poi è che gli Accordi di programma e gli investimenti che si porteranno a termine prevedano quei criteri che mettano al centro il lavoro buono. La Cgil di Brindisi non consentirà che si assumano lavoratori con forme di precariato, part-time involontario, stagisti, somministrati ecc.

Sia questa l’occasione per ricreare le condizioni di un lavoro buono per tutti i brindisini.

 

Gianfranco Solazzo (Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi)

Il tavolo cui abbiamo partecipato oggi, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha determinato possibili novità che abbiamo registrato con moderata soddisfazione, in attesa che alle promesse seguano i fatti concreti.
Il Governo, rappresentato dall’Avv. Amedeo Teti, Capo del Dipartimento per le politiche per le imprese, ha illustrato quattro progetti relativi ad altrettanti investimenti che potrebbero concretizzarsi: Scandiuzzi società di metalmeccanica e costruzioni, ACT Blade per la produzione di pale eoliche innovative, Greenthesis Group su riciclo di pale eoliche dismesse, Grimaldi per la logistica.
Altri impegni assunti, prima del prossimo incontro che avverrà a Brindisi, a breve, quelli riguardanti i fabbisogni formativi delle succitate Aziende, per il tramite del Presidente della task force regionale.
Frattanto, Confindustria verificherà ulteriori manifestazioni di interesse per altri investimenti.
Il Governo, inoltre, insieme con Enel e Mase verificherà i tempi dello smantellamento (decomissioning) della Centrale e verificherà con Terna l’essenzialità della Centrale in seguito alla riapertura del procedimento sul capacity market ed a fronte della nostra richiesta che ne sia ripensata la riconversione a gas oppure mantenuto l’attuale processo produttivo, per evitare una perdita pesantissima di posti di lavoro
Ancora: saranno attivati due tavoli, uno per la Chimica ed uno per l’Aerospazio e verrà effettuato un esame delle aree ricadenti nella zona Sin in quanto l’attuale perimetrazione è un limite per i nuovi investimenti industriali.
Appena tutte queste verifiche saranno pronte si procederà a realizzare la struttura per l’Accordo di programma.

 

 

Fabrizio Caliolo (UIL di Brindisi):
Continua il disinteresse ed il disimpegno delle Istituzioni per il futuro di Brindisi e del suo Sistema Industriale. Oggi, martedì 11 giugno, il Sindacato ha preso parte all’incontro convocato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy con i rappresentanti del Ministero del lavoro, delle Infrastrutture e dell’Ambiente, Regione Puglia e di Enel, l’azienda coinvolta nella maggiore vertenza del Brindisino.
Presenti, fra gli altri, il Coordinatore della UIL di Brindisi Fabrizio Caliolo, il Segretario Nazionale UILTEC Marco Pantò, il Segretario Regionale con delega all’Industria Andrea Toma ed i Segretari territoriali di UILTEC, UILM, UIL Trasporti e FenealUIL Carlo Perrucci, Alfio Zaurito, Mario Greco e Giovanni Librando.
La convocazione dell’incontro è il risultato della grande manifestazione e mobilitazione promossa lo scorso 31 maggio da UIL, CGIL con i lavoratori del settore industriale di Brindisi con l’obiettivo, raggiunto, di accendere i fari dell’opinione pubblica e delle Istituzionali nazionali sul grave pericolo che corre l’economia brindisina per il disimpegno annunciato o già in corso, di molte e svariate realtà di peso del proprio Sistema Industriale.
Dall’incontro odierno non è emerso alcun segnale incoraggiante, solo conferme di quanto più volte denunciato: Enel a Brindisi chiude la Centrale Federico II e manda a casa centinaia di lavoratori. Poche speranze per riconvertire la Federico II a Turbogas come il Sindacato chiede da tempo. Terna ha un ruolo determinante per l’ipotesi di riconversione a Turbogas ed è chiamata ad essere protagonista di questa fase riconoscendo l’impianto di Brindisi come strategico per la stabilità della Rete Nazionale. È questa l’unica possibilità concreta per salvaguardare i lavoratori e le maestranze del settore elettrico attualmente impiegate in Centrale.
Per il futuro di Cerano e di Brindisi Enel propina i già sentiti progetti fumosi, senza concretezza e tempi certi e – cosa in assoluto più grave ed inaccettabile – senza la previsione di un numero adeguato e preciso di lavoratori che potrebbero essere impiegati. Polo Logistico, assemblaggio di Pale Eoliche, Carpenterie rimangono parole vuote, proiettate in un futuro imprecisato, senza un cronoprogramma certo. I centinaia che a breve saranno senza occupazione o che dovranno drasticamente cambiare il proprio assetto di vita per continuare a lavorare hanno invece nomi e volti precisi che il Sindacato conosce bene accogliendo quotidianamente la loro angoscia e quella delle loro famiglie.
Il “de-commissioning” – tradotto in linguaggio popolare: la “dismissione” – è già in atto e non vi è all’orizzonte alcuna idea di sviluppo ed investimento industriale per Brindisi. Enel semplicemente abbandona Brindisi con quale contentino incapace di portare qualsivoglia sviluppo, con il beneplacito del Governo e l’impotenza disarmante di tutte le Istituzionali Locali, nessuna esclusa.
Questa è la Transizione Energetica per Brindisi: chiudere Cerano per progettini ipotetici di poco conto. Brindisi, i suoi lavoratori, il contributo che il territorio ha dato alla produzione energetica strategica nazionale ed europea per decenni non valgono nulla. Il Sindacato è rimasto l’unico a continuare a parlare di lavoro, di visione e di economia per Brindisi ma questo non ci scoraggia: continueremo la nostra lotta ed il nostro impegno perché Brindisi sia terra di sviluppo e di lavoro e nessun lavoratore debba abbandonare casa propria per avere dignità.
Non intravediamo ipotesi più valide ed operative di una Legge Speciale per l’Industria di Brindisi. È uno strumento che chiediamo con forza al Governo nazionale e per il quale pretendiamo l’impegno massimo delle Istituzioni Locali. Brindisi e la sua industria stanno vivendo un momento storico, determinante per il futuro economico del territorio a cui occorre rispondere con misure altrettanto non ordinarie, «straordinarie» e «speciali». È un atto dovuto a questa terra per non Transitare verso il nulla.

 

Pagliara (Cisal di Brindisi)
Nell’incontro svoltosi a Roma presso il Ministero del made in italy, la Cisal esprime un cauto ottimismo: la direzione può essere quella giusta poiché si entra finalmente nel merito delle iniziative imprenditoriali con nomi e cognomi delle aziende coinvolte.
Da parte di tutti i presenti è accolta positivamente la proposta del Governo di un Accordo di Programma e, particolarmente gradito, l’impegno ad inserire in quest’ultimo il tavolo della Chimica per Brindisi, prossima indiziata a capitolare sotto la mannaia del de-commissionig, termine anglofono tanto caro ad alcuni amministratori.
Cisal è di tutt’altro avviso: alla luce della possibile totale chiusura della Lyondell basell e delle pesanti ripercussioni che, quindi, avrebbe su Eni Versalis e sull’intero Stabilimento Petrolchimico brindisino, urgono iniziative concrete e di diverso spessore.
Apprezziamo nel merito le dichiarazioni del Presidente di Confindustria Brindisi che continuerà a valutare le manifestazioni di interesse di altri importanti imprenditori, non dimenticando la possibilità di aprire alla partecipazione di Edison.
Per quanto ci riguarda riteniamo tutto ciò ancora non sufficiente ad affrontare la spaventosa crisi che investe il nostro territorio, le cui sembianze abnormi evidentemente ancora non risultano sufficientemente chiare a qualcuno.
Sarebbe opportuno, già nel prossimo incontro che si avrà probabilmente presso la Prefettura di Brindisi – locazione autorevole e super partes da Cisal sempre suggerita – avere la partecipazione al tavolo, dei massimi esponenti politici del Governo e dei grandi player industriali a conduzione statale come Terna, Eni, Leonardo e la stessa ENEL, affinché gli impegni assunti dinanzi a cotanto disfacimento abbiano volti precisi e credibili.
Sono queste le condizioni certe a garanzia di una vera transizione energetica ed ambientale, per le quali i lavoratori non devono subire alcun effetto collaterale.
Le aziende ed i grossi gruppi devono continuare ad investire e a contribuire al benessere di un territorio che per decenni ha concesso lauti profitti ai loro azionisti ed allo Stato italiano.

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