Cominciamo col ribadire due concetti generali semplici ma importanti:
1) La Storia non è quella barbosa serie di grandi eventi, ordinati verticalmente secondo cronologia e punteggiata di date da ricordare, che ci obbligavano a studiacchiare a Scuola.
La Storia è un complesso puzzle composto da centinaia di microstorie che, intersecandosi e influenzandosi a vicenda, creano la mappa leopardata dei fatti del passato.
Ogni singola storia di un popolo rappresenta quindi la sintesi più o meno perfetta delle varie vicende che marcano e connotano gli attori presenti in un determinato territorio in un ben definito periodo temporale.
La storia quindi, in barba ad Hegel, non ha nessuno spirito da vantare e la lettura che ne fanno gli storici è sempre partigiana e soggettiva, ad usum delphini.
E’ arcinoto che la Storia viene scritta dai vincitori: ve la immaginate una contro storia scritta dagli Indios, da Annibale o dai congolesi trucidati all’inizio del XX secolo da Leopoldo II re del Belgio?
2) Può darsi anche che la Storia sia maestra di vita, come scrisse Cicerone, ma se è così ha sempre avuto allievi testoni che non hanno imparato nulla dai suoi insegnamenti.
Vediamo ora, nel dettaglio, quali sono le piccole storie che formano la c.d. grande storia: Religione, cultura, economia, assetto politico-militare, leggi, arte e tecnica, artigianato, agricoltura, costumi. Indagare e analizzare lo sviluppo di un’attività antica e … gloriosa come la prostituzione è un esercizio non fine a se stesso perché contribuisce a delineare i contorni sociali delle varie civiltà che si sono confrontate con essa. E’ quello che mi propongo di fare presentando ai lettori questa breve carrellata tra lupanari e maisons di ogni epoca, con la speranza che possa stimolare i più curiosi ad approfondire meglio l’argomento. Buona lettura.
Agli albori della civiltà si registra il fenomeno della prostituzione sacra. Si afferma cioè la religione del sesso offerto da prostitute-sacerdotesse (hierodulae) che esercitano entro il recinto del tempio.
Tutto ciò è in perfetta sintonia con quanto asserito dal prof. Umberto Galimberti nel suo recente Cristianesimo:la religione dal cielo vuoto (“sacer è parola indoeuropea che significa separato…religio viene da re-legere, recingere, tenere separata l’area del sacro da ciò che esula da fanum (tempio), cioè dal profano” ).
Questo tipo di prostituzione ha anche chiare radici nel culto della Grande Madre e pertanto si sviluppò soprattutto in Asia Minore, in Persia, in Lidia, in Egitto, sempre nell’ambito di un culto in onore di una dea del femminino, spesso denominata Militta, che poi, in Occidente, diventerà Afrodite.
Qui, i luoghi più famosi che accolgono meretrici vestali sono Corinto, Pafo ed Erice, in Sicilia. Molte vergini sono offerte al tempio come… ex voto da parte di ricchi mercanti che si vogliono ingraziare la dea. Corinto, all’epoca il porto più grande della Grecia classica, accanto a centinaia di lavoratrici del settore che praticano la prostituzione laica (la più celebre di queste fu Neera, poi diventata tenutaria-prosseneta e infine moglie del nobile ateniese Stefano), va molto forte la prostituzione templare, con numerose ancelle d’ Afrodite pronte a celebrare riti d’amore con ricchi avventori.
Le cronache di questi fatti sono ben descritte nelle opere di Erodoto e di Strabone. …
( continua )
Di Gabriele D’Amelj Melodia
No Comments